Uno step importante del nostro viaggio virtuale all'interno dell'universo SPAGNA ci porta oggi verso problematiche decisamente più profonde e delicate, che toccano aspetti della vita quotidiana di chi decide di stabilirsi qui in pianta stabile, non solo passarci qualche giorno o settimana di vacanza.
Occorre premettere che questa analisi cercherà di apportare elementi il più possibile oggettivi, fornendo fonti precise ove disponibili, alternandole a delle sensazioni più prettamente soggettive. Ci risulta naturale per ovvie ragioni il confronto con il posto in cui siamo nati, il nostro bistrattato Belpaese.


 

Problema atavico dei Paesi latini in generale fin da tempo immemore è la diffusa CORRUZIONE... A tal proposito vorremmo fornire un'impressione generale raccolta da nostri connazionali che vivono all'estero sul sistema Italia, quindi metterlo a confronto con la situazione spagnola. Per poi scendere nel particolare di dati ufficiali riguardanti la "Percezione della Corruzione".
É opinione diffusa degli expats che il nostro Paese sia spesso afflitto da una grave mancanza di trasparenza a qualsiasi livello (partendo dal pubblico e sfociando inevitabilmente nel privato), corruzione spesso travestita volutamente da burocrazia, che in molti casi rende di difficile fruizione anche i più elementari servizi pubblici; che demolisce di frequente il concetto di meritocrazia a tutto "vantaggio" di un radicato nepotismo; che aggrava la pressione fiscale per "tappare" il continuo sperpero di risorse pubbliche e che in ultima analisi, come naturale conseguenza, riduce la competitività dell'intero sistema-Paese. Diciamo subito che siamo ben lungi dal dire che la Spagna sia un Paese immune dal fenomeno... Qualsiasi spagnolo con cui parlerete si lamenterà del proprio livello di corruzione che percepisce: il problema oggettivamente colpisce anche loro, non stiamo parlando di un Paese scandinavo... Ma che nel confronto la situazione sia migliore di quella italiana non lo dicono solo i numeri ufficiali (che riporteremo sotto) ma una diffusa maggior efficienza e modernità degli uffici e dei servizi pubblici in generale; un miglior sistema urbanistico, viario e ferroviario; una minore pressione fiscale reale e quella comune sensazione che un iter pubblico e amministrativo sia più trasparente e meno soggetto a quella inestricabile rete di privilegi, favoritismi e meccanismi poco limpidi tutti italiani. Il nostro studio come detto si prefigge di fornire anche dati ufficiali, quindi il più obiettivi possibile. A tale proposito ci soccorre la nota graduatoria pubblicata solo pochi mesi fa per il 2015 da Transparency International, autorevole ong no profit che si batte da 23 anni a difesa di una maggiore trasparenza, denunciando su scala mondiale situazioni più o meno gravi di corruzione. Su 167 Paesi presi in considerazione la Spagna si difende con un buon 36° posto nel mondo ed una sostanziale sufficienza nel punteggio totale, mentre l'Italia con un pessimo ranking risulta essere il secondo Paese UE piú corrotto dopo la Bulgaria, 61° nel mondo, preceduto addirittura da Grecia e Romania, considerati più "trasparenti"...1
In particolare ciò che spinge molti italiani a ricercare un Paese più aderente alle proprie aspirazioni è il problema di un fisco ritenuto ingiusto. Il Sole 24 ore non molto tempo fa ha parlato di una PRESSIONE FISCALE reale che si aggira intorno al 60%: le fonti divergono leggermente sui numeri ma concordano nel definirla la più alta al mondo! E per giunta a fronte di servizi pubblici (sanitá, istruzione, trasporti, urbanistica...) estremamente carenti: problemi che si accentuano in determinate aree di Italia, ma dai quali nessun cittadino italiano può dirsi veramente esente. 2-3
La Spagna se la passa decisamente meglio con Impuestos de Sociedades ridotti recentemente (tra il 2015 e il 2016) tra il 20% e il 25% a seconda della base imponibile, delle dimensioni e della forma giuridica dell'impresa. E senza ulteriori addizionali regionali (prima fra tutte l'odiata Irap di casa nostra). Per di più da qualche anno nel Paese iberico le start-up ovvero aziende di nuova creazione, godono di una tassazione agevolata pari al 15% per i primi due esercizi, a partire dal primo periodo d’imposta in cui la base imponibile risulti positiva. Possibilità estremamente attraente per piccoli e grandi investitori. Altro dato differenziale di un certo rilievo è costituito dal costo sociale dei lavoratori a carico dell’azienda, con un’aliquota media nel caso italiano che si avvicina al 41%, a differenza dell’aliquota media in Spagna che si aggira intorno al 34% (tra il 30% e il 37%).4

Altro argomento che vorremmo portare all'attenzione è la politica completamente differente in tema di IMMIGRAZIONE. Il discorso in un certo senso anche qui torna al problema-madre della corruzione, considerato che l'Italia, col pretesto tutto cattolico dello spirito umanitario (che di per sé sarebbe anche lodevole, se fosse genuino) si é dimostrata invece spesso terreno fertile per sbarchi clandestini incontrollati, o meglio.... controllati fin troppo bene, a vantaggio di una classe politica che ne ricava un business miliardario, indegna di un Paese civile e collusa con le varie criminalità dei Paesi interessati, da entrambe le sponde. A tal proposito esemplari le intercettazioni tra Buzzi, pluripregiudicato "umanitario" miliardario ed Odevaine, esponente di spicco dell'amministrazione pubblica romana, riportate su numerosi quotidiani solo un anno fa.5
Discorso obiettivamente differente per quanto riguarda la Spagna che si é sempre distinta per la rigidità dei propri confini e della propria politica in tema d'immigrazione. La situazione degli ultimi anni parla chiarissimo: con qualsiasi esecutivo (Zapatero, Aznar o Rajoy), il Paese ha praticato respingimenti senza ricevere alcuna sanzione dall’Ue. La “linea dura” spagnola è confermata dai numeri: 3.632 sbarchi nel 2010, quasi 5.500 nel 2011, solo 3.800 nel 2012 e ancora meno, 3.237, nel 2013. L’anno dopo, 2014, quando in Italia ne giungono 170mila, la Spagna ne accoglie appena 7.842. Nel 2015 infine, mentre la Francia alza i suoi “muri” a Ventimiglia, l’Inghilterra annuncia la costruzione di oltre tre chilometri di recinzione al porto del Tunnel sotto la manica di Calais, in Spagna arrivano appena mille immigrati mentre in Italia approdano 60mila disperati.6-7

A conclusione di questo quadro sicuramente non lusinghiero per l'Italia (ma arricchito da tanti elementi oggettivi e difficilmente confutabili) preme in ogni caso sottolineare come TUTTI ma proprio TUTTI amiamo il nostro Paese nel senso delle sue infinite bellezze naturali, del suo immenso patrimonio artistico, della sua ricchissima cultura a 360°, della grande varietà di usi e costumi regionali, della sua eccelsa e variegata gastronomia. Ma quello che purtroppo viaggiando abbiamo imparato ad "odiare" é il modo incivile in cui il nostro meraviglioso territorio e i suoi cittadini (noi stessi, in fondo...) vengano maltrattati.Forse l'amore per la Spagna nasce proprio dal tentativo di convogliare questo grande amore, per un Paese che per tante cose (la comune cultura mediterranea su tutte) assomiglia al nostro, ma che per tante altre non è continua fonte di delusione ma ricambia questo amore con una qualità della vita e delle possibilità overall, decisamente superiori!

1.https://www.transparency.it/…/CPI2015_map-and-country-resul…
2.http://www.ilsole24ore.com/…/al-paese-serve-patto-taglia-ta…
3.http://www.ilgiornale.it/…/litalia-ha-record-mondiale-delle…
4.http://infoautonomos.eleconomista.es/…/impuesto-de-socieda…/
5,http://www.ilfattoquotidiano.it/…/mafia-capitale-b…/1245847/
6.http://www.secoloditalia.it/…/immigrati-litalia-colabrodo-…/ 
7.http://www.firenzepost.it/…/immigrazione-spagna-francia-e-…/ )